Clima: a rischio le coste italiane
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Clima: a rischio le coste italiane
Aumento temperatura più che altrove
Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lancia l'allarme sulle coste italiane e sul clima. "Un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni", ha detto alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici a Roma. "La temperatura in Italia è aumentata quattro volte di più che nel resto del mondo", ha aggiunto il ministro.
"All'Italia, contro i cambiamenti climatici, serve un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese", ha spiegato il ministro dell'Ambiente. Il pacchetto sicurezza, ha detto Pecoraro, "uscirà da questa conferenza". "Nel nostro Paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici si stimano a partire da 50 miliardi di euro all'anno", ha poi aggiunto il ministro.
La temperatura in Italia è aumentata più che altrove: 1,4 gradi negli ultimi cinquant'anni, mentre la media mondiale è di 0,7 gradi nell'intero secolo. Le piogge diminuiscono (5% nell'ultimo secolo, con oggi 14 giorni di pioggia in meno ogni anno nel Sud), gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia, ma anche per la Pianura padana. I ghiacciai alpini hanno perso metà del loro volume e il 30% della loro superficie in meno di un secolo. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive per le portate medie, mentre aumenta la variabilità tra piene e secche.
Uno scenario da incubo
"I primi a pagare - ha sottolineato Pecoraro Scanio - saranno agricoltori e operatori turistici". La produttività agricola, a causa dell'eccesso di caldo e della minore disponibilità d'acqua, potrebbe diminuire del 22%, mentre quella del Nord Europa potrebbe crescere fino al 70%. I danni sarebbero pari a 2/300 milioni di euro l'anno. Le regioni mediterranee diventerebbero inospitali per il turismo estivo marino sia per mancanza d'acqua che per eccessivo calore, e il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel Nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero nel nostro Paese variare da una cifra che va dai 200 agli 800 milioni di euro l'anno.
Napolitano: "Vi sia una strategia europea"
"Sono venuto qui perché sono ovviamente convinto che quello del cambiamento climatico e del futuro dell'ambiente sia uno dei più gravi e complessi problemi globali del nostro tempo". Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'uscita della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si tiene oggi al Palazzo della Fao.
"E anche l'avvio della discussione di questa conferenza - aggiunge il presidente - conferma che per influenzare intese e sforzi coordinati che devono realizzarsi a livello mondiali innanzitutto è essenziale che l'Europa parli con una sola voce". Quindi, aggiunge Napolitano, "che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell'ambiente e dell'energia che è stata annunciata nel Consiglio europeo di questa primavera. L'Italia deve fare la sua parte".
I cambiamenti climatici andrebbero chiamati in un altro modo, perché questa espressione appare neutrale non dà conto delle cause e delle responsabilità, che "risiedono nella politica di rapina e di dominio della natura che per un lungo ciclo economico ha perpetrato un tipo di sviluppo fordista-taylorista", ha detto invece Fausto Bertinotti.
Cosa ne pensate?
Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lancia l'allarme sulle coste italiane e sul clima. "Un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni", ha detto alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici a Roma. "La temperatura in Italia è aumentata quattro volte di più che nel resto del mondo", ha aggiunto il ministro.
"All'Italia, contro i cambiamenti climatici, serve un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese", ha spiegato il ministro dell'Ambiente. Il pacchetto sicurezza, ha detto Pecoraro, "uscirà da questa conferenza". "Nel nostro Paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici si stimano a partire da 50 miliardi di euro all'anno", ha poi aggiunto il ministro.
La temperatura in Italia è aumentata più che altrove: 1,4 gradi negli ultimi cinquant'anni, mentre la media mondiale è di 0,7 gradi nell'intero secolo. Le piogge diminuiscono (5% nell'ultimo secolo, con oggi 14 giorni di pioggia in meno ogni anno nel Sud), gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia, ma anche per la Pianura padana. I ghiacciai alpini hanno perso metà del loro volume e il 30% della loro superficie in meno di un secolo. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive per le portate medie, mentre aumenta la variabilità tra piene e secche.
Uno scenario da incubo
"I primi a pagare - ha sottolineato Pecoraro Scanio - saranno agricoltori e operatori turistici". La produttività agricola, a causa dell'eccesso di caldo e della minore disponibilità d'acqua, potrebbe diminuire del 22%, mentre quella del Nord Europa potrebbe crescere fino al 70%. I danni sarebbero pari a 2/300 milioni di euro l'anno. Le regioni mediterranee diventerebbero inospitali per il turismo estivo marino sia per mancanza d'acqua che per eccessivo calore, e il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel Nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero nel nostro Paese variare da una cifra che va dai 200 agli 800 milioni di euro l'anno.
Napolitano: "Vi sia una strategia europea"
"Sono venuto qui perché sono ovviamente convinto che quello del cambiamento climatico e del futuro dell'ambiente sia uno dei più gravi e complessi problemi globali del nostro tempo". Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'uscita della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si tiene oggi al Palazzo della Fao.
"E anche l'avvio della discussione di questa conferenza - aggiunge il presidente - conferma che per influenzare intese e sforzi coordinati che devono realizzarsi a livello mondiali innanzitutto è essenziale che l'Europa parli con una sola voce". Quindi, aggiunge Napolitano, "che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell'ambiente e dell'energia che è stata annunciata nel Consiglio europeo di questa primavera. L'Italia deve fare la sua parte".
I cambiamenti climatici andrebbero chiamati in un altro modo, perché questa espressione appare neutrale non dà conto delle cause e delle responsabilità, che "risiedono nella politica di rapina e di dominio della natura che per un lungo ciclo economico ha perpetrato un tipo di sviluppo fordista-taylorista", ha detto invece Fausto Bertinotti.
Cosa ne pensate?
Re: Clima: a rischio le coste italiane
che tanto sono le solite fregnacce ...ogni 100 anni i poli si dimezzano e ricresono ...le spiagge italiane sono al 90% abusive o riempite con sabbia rubata dalle cave e dai fiumi per poter creare i 200mt di litorale in sabbia finizzima...
E che tanto vivo in mezzo ai monti.... anneghino pure li altri al limite io andrò al mare a Colico!!
e se venisse sormersa Roma e chi la governa ...farei festa per i restanti anni della mia vita!
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Nessuno- Balordo In Carriera
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Re: Clima: a rischio le coste italiane
Nessuno ha scritto:
e se venisse sormersa Roma e chi la governa ...farei festa per i restanti anni della mia vita!
quoto!
Re: Clima: a rischio le coste italiane
secondo le previsioni l'estate del 2007 doveva essere la più calda in assoluto, ma forse è stata la più piovosa da almeno 10 anni.
Se poi il sistema idrico dei campi è ancora quello che c'era ai tempi del DUCE, si può dire che sono passati 70 anni senza che qualcuno non introducesse nuove tecniche.
Cosa dovrebbero dire gli israeliani che hanno un clima ben più arido del nostro ma non hanno di questi problemi.
Se si stanno lamentando che le spiagge stanno scomparendo soprattutto sulla riviera adriatica(romagnola in particolare) a me non me ne può fregar di meno, tanto si sa che li il mare e le spiagge fanno letteralmente cagare.
Se poi il sistema idrico dei campi è ancora quello che c'era ai tempi del DUCE, si può dire che sono passati 70 anni senza che qualcuno non introducesse nuove tecniche.
Cosa dovrebbero dire gli israeliani che hanno un clima ben più arido del nostro ma non hanno di questi problemi.
Se si stanno lamentando che le spiagge stanno scomparendo soprattutto sulla riviera adriatica(romagnola in particolare) a me non me ne può fregar di meno, tanto si sa che li il mare e le spiagge fanno letteralmente cagare.
Re: Clima: a rischio le coste italiane
imperator84 ha scritto:Nessuno ha scritto:
e se venisse sormersa Roma e chi la governa ...farei festa per i restanti anni della mia vita!
quoto!
quotissimo!!!magari la previsione accontenterebbe bossi!!
Re: Clima: a rischio le coste italiane
Nessuno ha scritto:che tanto sono le solite fregnacce ...ogni 100 anni i poli si dimezzano e ricresono ...le spiagge italiane sono al 90% abusive o riempite con sabbia rubata dalle cave e dai fiumi per poter creare i 200mt di litorale in sabbia finizzima...
E che tanto vivo in mezzo ai monti.... anneghino pure li altri al limite io andrò al mare a Colico!!
e se venisse sormersa Roma e chi la governa ...farei festa per i restanti anni della mia vita!
MITTTICOOOOOOOOOOOOO
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